Intervista a Ornella Gallo, capobarca di Macana Maldives

Tante passioni, dal mare allo yoga, dentro un grande cuore: Intervista a Ornella Gallo, capobarca di Macana Maldives

Macana prima di essere un’azienda è passione, la passione di coloro che hanno contribuito a renderla un progetto vissuto dalla parte del mare e sul mare.

Ciao Ornella, ci racconti come sei arrivata in casa Macana Maldives?

Sono arrivata gradualmente, conoscevo le Maldive perché ci avevo fatto diversi viaggi. Ero proprietaria di un diving center in Italia e organizzavamo viaggi alle Maldive con i nostri gruppi subacquei. Un giorno, non ricordo come, venni a sapere di una coppia di proprietari diving che vivevano alle Maldive con una bimba piccola. Non immaginavo che qualche anno più tardi li avrei chiamati per partire con loro verso una delle più belle avventure della mia vita!

Come nasce la tua passione per il mare e la subacquea?

Ho iniziato da piccola, con il nonno e la mamma bravi nuotatori e un padrino pescatore con cui si usciva a pescare la sera su un minuscolo gozzo ligure. Sono cresciuta al mare, cavalcando le onde con mio fratello per estati intere, quando le famiglie si riunivano tutto il giorno in spiaggia tra bagni e giochi fino a sera. Condividevamo giornate di tuffi, escursioni a nuoto, pesca con i cugini e gli amici. Ricordo i primi libri di Bruno Vailati e di Jacques Cousteau ricevuti in regalo, passavamo ore a guardarli e a seguire i documentari durante gli inverni a casa, affascinati e catturati  da quel mondo sottomarino così lontano e sconosciuto.
Già allora sognavo di poter viaggiare. Avevo amici con cui spendevo la domenica in barca a vela e mi dicevo che sarebbe stato il mio sogno vivere viaggiando su una barca. Crescendo, tra l’istinto sportivo e la voglia di vita all’aria aperta, approdai alle mie due attività preferite: l’insegnamento dello sci e quello della subacquea.
Negli anni arrivò la scelta totale per la subacquea, per la voglia di mare quanto di un vissuto quotidiano.

Che ricordi hai delle Maldive di quando hai iniziato?

Meravigliosi, immagini indelebili. Sono atterrata nel 1990 a Hulumale, non esisteva una struttura dell’aeroporto, l’azzurro della laguna e l’odore della salsedine era percepibile appena scesi dall’aereo. Salendo con le valige su un piccolo dhoni che mi condusse lentamente e rumorosamente in 4 ore alla mia prima isola ero stordita. Non sapevo cosa mi attendesse ma ero inebriata solo dalla prima impressione.

Il tuffo al cuore fu alla prima nuotata sul reef con la maschera, un giardino meraviglioso di corallo, pesci, colori, un’esplosione di vita che ho ancora negli occhi. Non sapevo che le Maldive, qualche anno dopo, sarebbero diventate la mia casa per la maggior parte dell’anno e per molti anni.

Quali sono i tuoi ricordi più belli legati al mondo marino?

Tanti, difficile scegliere.  Ho amato ogni mare in cui mi sono immersa, ogni forma marina e tipo di immersione. Ricordo ora uno degli incontri più emozionanti, in uno dei miei primi viaggi nel profondo Sud Maldiviano a Suvadiva, quando non conoscevamo bene le correnti e le stagioni di questo arcipelago. Era Aprile e la visibilità nella pass era diminuita notevolmente, plancton e color verde ovunque. Ero risalita con quattro clienti;  appena sparato la boa di segnalazione di superficie per farci localizzare dal dhoni ho percepito un suono, sempre più distinto e vicino, non ci fu il tempo di realizzare che assomigliasse ad un canto sentito nei documentari, apparve prima lei, a meno di poche braccia;  la prima cosa che vidi fu un occhio grande, espressivo. Ero senza respiro una balena azzurra venuta dall’abisso ad osservarci! Rimanemmo tutta la sera a parlare di quell’incontro che non avremmo mai scordato in una vita intera.

A un certo punto hai deciso di fermarti a Sri Lanka e iniziare una nuova attività, hai voglia di raccontarci qualcosa?

La vita cambia, evolve. Ci sono cose inspiegabili, passaggi, progressioni.  La cosa più gratificante, che sento come un privilegio, è poter vivere, esprimersi attraverso la propria natura e le proprie passioni. Sono grata del tempo della mia vita passata svolgendo un’attività immersa nella natura, sia in montagna, sia in mare. A un certo punto, però, ho sentito che era arrivato per me il momento di cambiare e di crearmi una attività diversa e indipendente, in un luogo non troppo formale dove creare amicizie. Ovviamente poteva essere solo a questa latitudine, al caldo.
Amo la diversità, la sfida per il nuovo e sento il bisogno di mettermi in discussione, in confronto con altri.  Sono passata da una vita nell’oceano a quella nella cittadina, una vita con le chiavi alla porta che definisco quasi normale perché in Sri Lanka la variabilità è una costante quotidiana e si impara a gestirla sorridendo, come ci insegna la popolazione locale: un sorriso per ogni situazione.
E nel tempo libero immersioni, viaggio attraverso l’isola o faccio altre attività sportive, in mezzo alla natura, all’acqua. Senza scordare che resto vicina alle Maldive, in un’ora di volo raggiungo la barca!

Un’ultima domanda: qual è la relazione tra il mare e lo yoga?

Pratico yoga, quasi quotidianamente, al mattino molto presto ed ho bisogno subito dopo di entrare in acqua. Come quando ero a bordo che salivo sul ponte superiore e dopo non molto avveniva il primo tuffo in oceano. Credo che la relazione sia nello sentirsi parte di un tutto, lasciandosi portare nello yoga, concentrandosi solo sulla parte interiore, sugli equilibri arriviamo a toccare le profondità in noi. Forse è come farsi portare in acqua della corrente dove occorre adattarsi e cercare il respiro, dove il tutto scorre esternamente tanto quanto dentro di noi.
Mi piace sentire questa unione di elementi, mi da forza, energia positiva: buone vibrazioni.